Assistenza socio-legale per detenuti stranieri

Questo progetto è stato attivato in sostegno dei cittadini provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea, detenuti presso un istituto penitenziario o in stato di libertà condizionale, semi libertà, affidamento ai servizi sociali, arresti domiciliari presso abitazioni private o Centri di Accoglienza.

Gli obiettivi che si sono raggiunti nella periodo di durata del progetto sono stati:

  1. Miglioramento delle condizioni legali e sociali dei cittadini stranieri detenuti.
  2. Monitoraggio dell’applicazione delle disposizioni normative e favorire l’individuazione di buone prassi.
  3. Contrasto all’esclusione sociale del detenuto straniero.
  4. Miglioramento dell’efficienza degli operatori e dei volontari che lavorano nell’Area carceri delle Caritas.
  5.  Facilità d’accesso alle procedure di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno ed alla protezione internazionale.
  6. Agevolazione  dei programmi di rimpatrio assistito.

Le principali attività svolte dai nostri operatori sono state quelle di verificare la condizione giuridica dei detenuti stranieri, effettuare dei colloqui di approfondimento valutando ogni circostanza e le proprie condizioni lavorative e familiari, fornire loro indicazioni sui propri diritti, segnalare il caso alla Questura competente e valutare l’opportunità di effettuare il rinnovo del permesso di soggiorno o segnalare il caso alle Commissioni territoriali competenti, all’OIM in caso di rimpatrio ed al Tribunale di sorveglianza.
Erogare contributi per il pagamento dei kit postali di rinnovo del permesso di soggiorno, i documenti personali di identificazione, le spese di viaggio in caso di ritorno nel proprio Paese e/o in caso di ritorno in altra città italiana diversa da quella in cui si è detenuti.
Inoltre sono stati erogati dei contributi per il pagamento di vestiario e beni di prima necessità in prossimità dell’uscita dall’istituto penitenziario o in prossimità dell’uscita dal CIE o in caso di rimpatrio.

A tal proposito è stata creata una vera e propria rete collaborativa con le istituzioni locali per la riuscita del progetto. In particolare sono stati messi a punto interventi di raccordo con gli istituti penitenziari, Ministero di Grazia e Giustizia, Poste Italiane, Tribunale di Sorveglianza, UEPE, OIM, Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e Commissione Nazionale per il diritto d’asilo, CIE, Garante per i detenuti del Lazio, Cappellanie dei singoli Istituti Penitenziari.

E’ stato creato, insieme all’istituto penitenziario, un protocollo da seguire per formalizzare la procedura di valutazione e richiesta di rinnovo, ed individuare, tra il personale presente all’interno dell’istituto penitenziario, il titolare della procedura di richiesta di rinnovo (ovvero indicare chi, tra il personale a disposizione, è preposto alla richiesta dei plichi da effettuare alle Poste italiane, alla loro custodia ed alla consegna presso l’ufficio postale, una volta compilati);

E’ stato istituito un Tavolo di confronto tra Poste Italiane e l’Istituto Penitenziario, per favorire la sottoscrizione di protocolli che stabiliscano: – la disponibilità dei kit postali presso gli istituti carcerari, predisponendone l’utilizzo e consentendo ai cittadini stranieri che si trovano in carcere di poter chiedere il rinnovo; – la possibilità di autorizzare, in via eccezionale, la consegna del kit postale da parte del personale degli istituti penitenziari visto che, altrimenti e per legge, può essere effettuata solo dal titolare del permesso di soggiorno.

E’ stato stipulato un accordo /protocollo con l’UEPE (Ufficio esecuzione penale esterna), con il segretariato sociale del Ministero di Grazia e Giustizia per la formazione dei volontari e degli operatori circa la procedura di sospensione del procedimento con messa alla prova e per il supporto nell’elaborazione e nella valutazione del programma di trattamento previsto dall’art.
464 bis cpp.

Inoltre sono stati creati una Rete di coordinamento diocesana ed interdiocesana tra i volontari e gli operatori che svolgono servizi con i detenuti, dei protocolli comuni alle diverse Caritas aderenti da applicare in occasione di
attività di assistenza dedicate ai migranti detenuti, una scheda di rilevamento dati comune al fine di condividere le informazioni e le attività svolte nei confronti dei beneficiari del progetto.

 

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