Ristretti Orizzonti

La presenza della Caritas Diocesana di Sora Cassino Aquino Pontecorvo e della cooperativa sociale FCF nella Casa Circondariale di Cassino permette l’individuazione di forme di povertà, di situazioni di frontiera che solo apparentemente  sembrano non interessare la società  perché in qualche modo già risolte con una pena sancita. Caritas e cooperativa, mediante l’azione di volontari si prende carico di percorsi che non si esauriscono fra le mura del carcere. La sfida è quella di promuovere cammini di riconciliazione rispettosi delle istituzioni, attenti alle famiglie dei detenuti e alle vittime del reato.

Contestualmente pone l’attenzione su:

  • animazione della comunità.  La funzione pedagogica diventa l’impegno principale della Caritas nel territorio anche se si parla di carcere. Il nodo carcere è legato fondamentalmente a un problema di cultura.
  • Accoglienza. I permessi  concessi dal Magistrato di sorveglianza come la visita dei familiari del detenuto  e l’ accesso alle misure alternative di detenzione diventerebbero impossibili per molte persone se non ci fosse la presenza dei volontari Caritas nel carcere e nel Centro di Accoglienza famiglie dei detenuti, promossi dalla comunità ecclesiale.

Per il raggiungimento di tali premesse, presso la casa circondariale sono stati istituiti tre sportelli per l’ascolto dei detenuti: due per i detenuti della II e III sezione e uno per i detenuti della I sez (sex offender). La Caritas Diocesana, attraverso i centri di ascolto, intende essere vicina ai detenuti al fine di dare sostegno morale e, nel caso di vera necessità, un aiuto materiale (prodotti per l’igiene, indumenti ecc). A seguito della segnalazione della Caritas sui bisogni quotidiani dei detenuti, spesso privi di tutto, la cooperativa provvede alla realizzazione di un kit idoneo all’igiene personale del detenuto.

Dal colloquio e dal successivo discernimento può scaturire anche la necessità di sostenere ed aiutare anche la famiglia del detenuto, attraverso la rete delle Caritas Diocesane e con l’intervento dei Servizi Sociali dei territori di appartenenza dei detenuti.

 

Photo by Jean-Guy Nakars on Unsplash